Ego

La traduzione letterale dal latino di AlterEgo è significativa del messaggio che il dittico, costituito da due opere armoniose e ben proporzionate, vuole comunicare nella sua globalità: una seconda personalità o persona all'interno di una persona.

Risulta particolarmente interessante approfondire l'analisi della simbologia con cui Sebron ha interpretato il concetto dello sdoppiamento dell'individuo, sia per le forme utilizzate, sia per la genesi del pensiero che si compone dalla lettura congiunta delle due opere. Le sculture in ceramica smaltata bianca con lustri madreperla, sono accoppiate a figure smaltate in platino e oro al terzo fuoco e composte all'interno di portali realizzati in marmo nero assoluto.

"Alter" è il titolo della prima delle due opere costituenti il dittico "AlterEgo". Ancora una volta l'uomo, in quanto tale, viene rappresentato con la mano, una mano materna e custode di mesti sentimenti che sono rappresentati da una esile figura femminile, come femminile sono la malinconia, la tristezza e la sofferenza. La conformazione delle dita ben si intona con la postura della sculturina custodita; una figurazione significativa della sublimazione della solitudine dell'individuo, dove l'essenza della debolezza celebra una sensazione di tenerezza e fragilità. 

"Ego" è il titolo della seconda opera del dittico AlterEgo. Come una matrice al positivo, la stessa mano, la stessa figura, la stessa quantità di terra, riescono a trasmettere gioia, estasi, incanto. In questa composizione quell'esile figura femminile si modifica; all'eleganza della postura si associa l'energia della forma, esaltando la spiritualità della scultura. Ed ancora una volta la mano, che in forma onirica, più che irreale, trasmette forza ed equilibrio, sostenendo e bilanciando sia il soggetto che l'opera stessa. Un percorso comune a tanti, in cui la ricerca dell'io è scandita da stati d'animo opposti che AlterEgo coniuga, col suo messaggio, in positivo.

Un inno alla letizia ed un'ode alla vita, senza note musicali né parole, ma solo col linguaggio delle mani.