Il Dominio

Ne " Il Dominio" per la prima volta emergono le origini native americane di Sebron.

Valori storici come la proprietà, la terra, le origini, vengono elaborati in questa opera realizzata nel 2007, che vuole essere un'interpretazione in chiave moderna della lettera inviata nel 1855 dal capo indiano Sealth al Presidente degli Stati Uniti d'America, Pierce. "Il grande capo di Washington ci ha mandato a dire che desidera comprare la nostra terra ... Come puoi comprare o vendere il cielo, il calore della terra? Noi non siamo i padroni della purezza dell'aria o dello splendore dell'acqua. Noi possiamo decidere solo del nostro tempo. Tutta questa terra è sacra per la mia gente. Tutte le cose sono poste in relazione tra loro. Tutto ciò che offende la terra, offende anche i figli della terra. Il nostro Dio è il medesimo Dio dell'uomo bianco. Pensi, per caso, che lo puoi possedere come desideri possedere la nostra terra? Egli è il Dio dell'umanità intera. E ama ugualmente l'uomo rosso come l'uomo bianco. La terra è amata da Lui." 

La posizione dell'uomo nei confronti della proprietà, rappresentata dalla terra, viene elaborata dall'artista attraverso il concetto dell'impossibilità di determinare il dominio delle cose. La mano realizzata in ceramica con appendici in acciaio, è plasmata in posizione innaturale, con le dita bloccate nei movimenti da cavi. La forza della realizzazione è espressa proprio da questa composizione; la dinamica dell'opera incatenata da un valore superiore. Inquietante per interpretazione, l'opera nel suo complesso risulta elegante e ben strutturata; contribuiscono alla valorizzazione della stessa anche il piedistallo in acciaio ed il contrasto irriverente con il cumulo di terra impossibile da conquistare.

Altri dettagli quali la scritta riflessa a specchio sull'acciaio e l'assemblaggio dei cavi quasi a rappresentare una terminazione nervosa, rendono il tutto fortemente concettuale ed unico nel suo genere.